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Dott.ssa Ornella Tirendi

Pedagogista Clinico Catania

DISTURBO O DIFFICOLTA’ NELL’ APPRENDIMENTO?

“Nel corso degli ultimi anni le diagnosi di disturbi specifici degli apprendimenti, nelle sue varie forme, sono notevolmente aumentate” afferma il Miur;
Il presidente dell’Associazione per il coordinamento nazionale degli insegnanti specializzati, Daniela Lucangeli, su Il Fatto Quotidiano, prova a fare chiarezza e analizza la questione delle diagnosi DSA specificando che “ci sono bambini con DSA che hanno profili complessi”; sicuramente infatti, ad oggi, la percentuale di diagnosi così elevata, corrisponde non tanto a bambini con disturbi specifici dell’apprendimento ma a bambini che in letteratura vengono definiti con ‘difficoltà nell’apprendimento’, ovvero profili misti di fatica.
Vi è, infatti, una sostanziale differenza tra i due termini:
l’espressione difficoltà implica difatti che essa, attraverso l’impiego di tecniche d’intervento specifiche e mirate possa esser superata e/o arginata, ottenendo dei risultati significativi sulle performance scolastiche (e non solo)  a differenza dell’espressione disturbo riferito ad un deficit neurologico.
Molti dei bambini amaramente etichettati, sono quindi “falsi positivi”, cioè bambini che se aiutati con interventi specifici, come quelli Pedagogico Clinici, e strategie didattiche appropriate e competenti potrebbero ottenere i risultati che la scuola chiede.

 

Insegnanti in primis e genitori poi, dovrebbero interrogarsi su quanto il rendimento scolastico basso del proprio bambino di riferimento possa considerarsi una difficoltà transitoria e del tutto superabile; prima di pensare, quindi, a  un vero e proprio disturbo appartenente ai disturbi specifici dell’apprendimento, sarebbe opportuno porre l’attenzione al contesto o ad altri fattori ambientali o, ancora, ai semplici tempi di sviluppo cognitivo.
A tal proposito si ritiene opportuno ricordare che almeno il 20% degli alunni presenta nel primo biennio della scuola primaria normali difficoltà dell’apprendimento:
“È bene precisare che le ricerche in tale ambito rilevano che circa il 20% degli alunni (soprattutto nel primo biennio della scuola primaria), manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai Disturbi Specifici di Apprendimento. Di questo 20%, tuttavia, solo il tre o quattro per cento presenteranno un DSA.” Linee Guida Allegate al Decreto MIUR 12 luglio 2011.
Quindi, non è opportuno generare allarmismi eccessivi prima della fine del secondo anno della scuola primaria; è tuttavia consigliabile,  svolgere adeguate valutazioni didattiche nell’ottica di individuare precocemente difficoltà che potrebbero essere compatibili con i profili misti di fatica di cui sopra.
Per i genitori e gli insegnanti, quindi, è di fondamentale importanza tenere ben a mente che prima si  individua una difficoltà, accettandola, prima si può lavorare per potenziare le prestazioni del bambino e quindi migliorare la sua serenità e motivazione.
Il più grande problema legato alle difficoltà negli apprendimenti (DSA) è infatti fronteggiare la sofferenza del piccolo allievo/a che spesso si sente inadeguato, etichettato ed additato come il possibile “asino” della classe, lasciandosi schiacciare dall’ansia e dalla demotivazione.
Che si tratti di un bimbo o di una bimba con Disturbo Specifico dell’Apprendimento Certificato, o che sia solo un allievo/a con profilo misto di fatica, operando con serenità, empatia, pazienza e tanto tanto amore e professionalità non si può che raggiungere un normale equilibrio scolastico che attraverso esperienze abilitative e riabilitative ridia il piacere di studiare ai vostri figli!
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